domenica 4 novembre 2007

Una fiaba sul divano

C'era una volta un re che disse alla sua serva "raccontami una fiaba"e la serva incominciò e disse..................
"c'era una volta un re che disse alla sua serva raccontami una fiaba e la serva incominciò e disse":

C'era una volta un industriale ricco e grasso, iscritto ad Alleanza Nazionale, nel suo ufficio capeggiava l'effige del duce, la sua scrivania, in radica di mirto, era piena di documenti e un fermacarti d'oro li teneva fermi e ordinati.
Soleva guardare i suoi operai cercando di carpirne i pensieri, capirne la situazione.Pensò, che l'unico modo che aveva per conoscerli fino in fondo era di lavorare come loro, mangiare come loro, parlare con loro........VIVERE come loro.
Lo fece...........resistette venti giorni alla fine dei quali decise di ridiscutere il contratto dei suoi operai, d'ora in poi nelle loro buste paga ci sarebbero stati duecento euro in più.

C'era una volta un industriale ricco e grasso, iscritto ai Democratici di Sinistra, nel suo ufficio capeggiava l'effige di Togliatti, la sua scrivania, in arte povera, era piena di documenti e un fermacarti regalatogli da un suo operaio li teneva fermi ed ordinati. Non guardava i suoi operaii aveva l'arroganza di credere di capirli, di conoscerne la situazione, le esigenze e pensava che ogni cosa che lui aveva fatto e che avrebbe fatto in futuro sarebbe stata giusta e corretta nei loro confronti. Tutto ciò anestetizzava la sua coscienza.Decise di ridiscute il contratto, ottocento operai furono esternalizzati.

Tutto ciò che ho scritto prende spunto da due cose realmente accadute.
Perchè la fiaba.........forse perchè viviamo in una fiaba o ,forse, in un incantesimo dove vi è tutto e il contrario di tutto.Viviamo in un paese dove ci meravigliamo se qualcuno di destra fa la cosa giusta e ci meravigliamo se qualcuno di sinistra fa la cosa sbagliata. Nel primo caso meravigliarsi dovrebbe essere sbagliato, nel secondo dovrebbe essere giusto......forse.
Antonio Albanese, in uno sketch satirico, impersonava l'anima della sinistra che in piena crisi ideologica, sull'orlo di una crisi di nervi, faceva confusione tra Jovanotti e Che Guevara e che ,non capiva, come Giuliano Ferrara da militante di Lotta Continua fosse divenuto filo-americano e come Furio Colombo cresciuto dagli Agnelli e dai college americani fosse divenuto comunista.
Questa mia fiaba insinua forse altri dubbi al povero comico.......da parte mia non vi è nessuna crisi ideologica ma guardandomi attorno un piccolo crollo di nervi ce l'ho!!!!!
Io e Antonio Albanese ogni mercoledì ci incontriamo dallo psicologo.

3 commenti:

Mortasio ha detto...

Non è colpa mia...
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Mortasio ha detto...

Non lo so che sta succedendo,forse è vero siamo proprio in una fiaba,come Alice siamo andati nel paese delle "meraviglie", dall'altra parte dello specchio. Be penso che sia arrivato il momento di ritornare a casa.......
VIULENZA!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

ricordate il famoso " D'Alema dì qualcosa di sinistra? purtroppo nel nostro paese non mi meraviglio più di nulla. Complimenti all'industriale che ha investito nella merce più preziosa: i suoi dipendenti. Per quanto riguarda i " nostri dipendenti" invece vale sempre la massima: mafia è una forma infantile di criminalità: gli adulti preferiscono chiamarla politica. Saluti al divano.IL mio è comodissimo per le cosacce!! Eh Eh!!
kalimerodj